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Le violazioni della CEDU comportano la possibilità per ogni individuo di ricorrere alla tutela giurisdizionale tramite ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Per valutare se si è in presenza di violazioni della CEDU, occorre in primis analizzare la Convenzione Europea sui diritti dell’Uomo e successivamente raffrontare i principi teste indicati con la lesione del diritto che si presume violato.
Naturalmente, l’analisi delle pronunce giurisprudenziali della Corte di Strasburgo può risultare notevolmente utile, per non dire indispensabile.
Successivamente, una volta assodate le violazioni della CEDU da parte di uno Stato membro, prima di rivolgersi alla Corte, occorre aver esperito nel suddetto Stato tutti i rimedi concessi da quell’ordinamento giuridico, in quanto, il ricorso alla Corte deve considerarsi come extrema ratio.
Dopo aver quindi attivato vanamente le procedure giurisdizionali interne, il ricorrente può quindi compilare ed inviare a Strasburgo il suo ricorso compilato in ogni parte.
Naturalmente, una volta ricevuto il ricorso, la Corte lo valuterà secondo le linee guida, e se ritenuto non inammissibile, verrà poi valutato dai Giudici di Strasburgo.
Si ricorda che, anche in caso di accertamento giurisdizionale delle violazioni della CEDU, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo non ha l’autorità per intervenire direttamente sulla decisione emessa dallo Stato membro, ma potrà solamente stabilire un equa riparazione del danno patito.
Una volta quantificata dalla Corte la somma di denaro derivante dalle violazioni della CEDU, lo Stato soccombente sarà tenuto all’immediato pagamento della suddetta somma.